A volte -e sempre più spesso di recente- i progetti esenti da grandi clamori prima, durante e dopo i lavori, si rivelano essere tra i più soddisfacenti.
E’ il caso di questa allegra trattoria orientale che abbiamo ristrutturato nell’agosto del 2018: un’esperienza elettrizzante, di quelle che ci fanno amare senza riserve il nostro lavoro.
Il committente desiderava un intervento ‘ristretto’, il che stimola sempre i combattenti che siamo: libertà d’azione limitata a pareti e soffitti, tempi strettissimi, budget tutt’altro che astronomico e la necessità di conciliare la struttura del servizio esistente con una nuova immagine.
Passiamo al progetto: si partiva da uno spazio molto convenzionale, che purtroppo risultava tristemente misero perché non riusciva ad essere fieramente semplice.
Come sempre, il nostro metodo di lavoro ha visto una prima attività di rimozione delle superfici e di ricerca delle risorse innate (e gratuite) dell’immobile: abbiamo trovato così dei soffitti più alti del previsto e dignitose strutture ad arco in mattone pieno.
Il lavoro si è poi concentrato sugli innesti del nuovo: per combinare la tradizione della trattoria con l’introduzione di un elemento di novità, abbiamo sviluppato un progetto che gioca con la reinterpretazione della ‘tovaglia a quadretti’, nell’immaginario comune elemento distintivo proprio dei ristoranti tradizionali e popolari.
Sono nate così le soffittature in fibra di legno che risvoltano sulle pareti come una tovaglia (ottime per l’acustica, che spesso fa a pugni con l’ambiente della trattoria), le boiserie in grès, che ne ripetono il gesto specularmente, proseguendo su parete texture e cromia del pavimento esistente (e che per la loro praticità risultano molto simpatiche alle signore delle pulizie), ed infine le lampade su disegno, quadrotti tridimensionali in legno grezzo, internamente colorati, aperti sugli spigoli per creare trame di luce all’intorno, disposti a parete e soffitto secondo una geometria a scacchiera, a rievocare proprio i quadretti di una tovaglia che risvolta sui tavoli.
L’effetto complessivo è gioioso e fresco, e si innesta nello scheletro storico di una vecchia casa a corte milanese, in un giocoso ma non pesante girotondo di colori: fieramente semplice, sicuramente soddisfacente.
design by sabrina gallini and simone marchiorato
photos by sgsm studio